Materia oscura, se ne cerca la natura con 24 magneti

Materia oscura, se ne cerca la natura con 24 magneti

Parte una decisa “caccia” alla sconosciuta materia che compone l’85% dell’Universo.

Compone per circa 85% del totale l’Universo, ma nessuno sa ancora cosa sia. È quella che i fisici chiamano “dark matter” (materia oscura).

Una materia che non è stata mai osservata, ma che secondo gli scienziati di tutto il mondo “deve” esistere. Le conferme indirette si moltiplicano, e la sua esistenza chiude il cerchio di molti calcoli e di tutte le teorie che si sono fino a questo momento formulate circa la composizione dell’Universo.

Per risolvere una volta per tutte questo problema, sta partendo un progetto internazionale che prevede due importanti esperimenti volti a confermare l’esistenza e magari anche la natura della materia oscura.

In questa ricerca sono impegnati in prima linea scienziati americani e europei. La collaborazione internazionale Alps II (“Any Light Particle Search”) ha recentemente installato presso il centro di ricerca tedesco Desy, un magnete superconduttore.

Si tratta del primo di 24 elementi di un lavoro di ricerca basato sullo studio della fisica delle particelle che inizierà nel 2021 a cercare tracce di materia oscura.

Una delle teorie finora elaborate per spiegare la materia oscura consiste nell’ipotizzare che sia fatta di particelle molto leggere e di una natura particolarissima. Un candidato a essere ritenuto un componente di materia oscura sarebbe l’assione, particella elementare che è stata postulata per spiegare alcuni aspetti della interazione forte, una delle forze fondamentali dell’Universo.

Alps II è stato progettato proprio per rivelare assioni, ed ha una sensibilità 1.000 volte superiore rispetto a Alps I che è stato in funzione tra il 2007 e il 2010.

Coinvolto in Alps II c’è anche il Lawrence Berkeley National Laboratory.  È finanziato dal Dipartimento dell’energia statunitense, il cui laboratorio. La tecnologia in questo caso è differente, in quanto l’obiettivo è rappresentato da particelle “pesanti”, le cosiddette Wimp.

La ricerca sta per ora brancolando nel campo delle teorie spiegate da teorie, e si spera che con l’ausilio di queste importanti ricerche si possa fare un passo avanti nella scoperta della materia che compone “l’infinito”.

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